L’idiota
“Un ganzo con bella macchina e
borsellino fornito.”
Questa mattina mi sono alzato
presto, fuori era ancora buio, preso il caffè e fatto i miei bisogni mi sono
messo subito al lavoro. Il metodo è questo: per prima cosa informarsi
sull’oggetto da pubblicizzare, caricare il cannone, centrare il target da
colpire e sparare, nel farlo mi lascio condurre dalla spontaneità avendo la
fortuna di possedere un genio innato per queste cose.
Acceso il computer ho iniziato a
tratteggiare la figura del modello standard del genere umano, è venuto fuori un
idiota, nulla da stupirsi in un manicomio. Ora si tratta di tirare i fili delle
probabilità e far combaciare i termini in modo che ogni cosa si collochi nel
giusto ordine. Si vede subito che sono seduto su una polveriera che potrebbe
esplodere da un momento all’altro, i furbacchioni che mi hanno rifilato il
bidone sapevano quello che facevano.
Rimango qualche secondo a
rimuginare sull’analogia con l’Idiota di Dostoevskij, quell’ubriacone di Fedor
precorreva i tempi oppure sono i tempi che seguono un ciclo naturale e si
ripetono, un target mondiale proiettato ad un futuro incerto che solo i posteri
potranno accertare…
Iniziamo dalla Bayer, l’idiota a
capo del villaggio di muzic, identikit probabile trattandosi di medicinali
potrebbe essere un dottore oppure un figlio di dottore tedesco ma prima di
tentare azzardi bisogna stabilire che cos’è un tedesco. Un enigma, la Germania
è il cuore dell’Europa centro degli scambi tra est ed ovest, ganglio vitale
quindi, fondamentale, va trattato con molta delicatezza.
Sorprendente come il popolo che
ha saputo produrre Beethoven ed Hegel sia in realtà il più ignorante del pianeta,
asini sempre pronti a scalciare, teste di legno, secchioni senz’altro abili ma
incapaci di valutare la storia.
Gli imperatori romani si
circondavano di germani per la loro sicurezza, la lealtà dei tedeschi è
proverbiale quanto la loro ingenuità ma guarda caso la storia in questione
inizia con il tradimento di Arminio, ufficiale dell’esercito romano, nella
foresta di Teutoburgo. Con ogni probabilità Varo doveva essere d’accordo con
lui, il massacro venne deciso a tavolino, stando a quel che scrive Tacito i
legionari furono sterminati tutti e
questo fece seguito ad un sacco di effetti che condizionarono la storia
successiva.
L’impero romano non venne
distrutto dai barbari. Odoacre che depose Romolo Augustolo era un ufficiale
dell’esercito romano, l’impero si disgregò da sé ma solo in apparenza rimanendo
il potere saldo nelle mani del papa di Roma. Quello che avvenne fu un golpe
militare, l’esercito romano era formato prevalentemente da germani, il resto fu
conseguenza.
Le calate di barbari vennero dopo,
un’esplosione demografica, i tedeschi si sparpagliarono in tutta Europa e in
nord Africa senza incontrare resistenza, la Germania era l’esercito romano, Italia
Francia Spagna Inghilterra e gli stateruccoli in mezzo sono per almeno un
venticinque per cento di ceppo germanico. Innesto proficuo per la bellezza
della razza che introdusse biondi e secchioni, gli schiavi tedeschi erano
apprezzati dai romani ricchi ed occupavano spesso i loro letti. I tedeschi
impiantati, cioè l’esercito romano o meglio ancora il sistema del “Castrum”, vennero assorbiti dalle parlate locali, cambiarono lingua ma mantennero la loro
mentalità fino ad oggi.
Il gioco verte sulla filosofia, gli
imperatori tedeschi se volevano l’impero dovevano prima andare a baciare le
pantofole del papa, da allora al rinascimento della Germania, il Romanticismo, che
liberò temporaneamente i tedeschi dalla schiavitù di Roma grazie alle idee
della Rivoluzione Francese che Napoleone portava con sé. Per fermare la
rivoluzione vennero mollate le briglie e i tedeschi espressero in quei pochi
anni i migliori risultati nelle arti e nella filosofia della storia
dell’umanità diventando la nuova Atene risorta dalle ceneri di Aristotele.
Hegel influenzò gli intellettuali
tedeschi della nascente borghesia che usciva dal popolo.
Nietzsche invece li considerava
con disprezzo, ignoranti e sudici con lo stile con cui il germanofilo Tacito
chiamava gli schiavi “feccia” e forse aveva ragione ma l’effetto non è causa ed
in questo c‘è un motivo. Gli intellettuali avevano fatto cerchio compatto
intorno ad Hegel disdegnando le lezioni di Fichte e Schopenhauer dal cui
nichilismo Nietzsche aveva tratto il suo superuomo. Nietzsche ignorato in
patria venne a morire pazzo a Torino, questo può voler dire una cosa sola: in
quegli anni i tedeschi ragionavano.
Tacito profetizzò che se i
tedeschi avessero trovato un uomo capace di riunirli avrebbero conquistato
l’impero.
C’è una nutrita schiera di
intellettuali tedeschi nominalisti che si allinea a Nietzsche fino a Remarque e
Mann, tutti pseudo aristocratici alla Tacito che dispregiano la forma negando
il popolo per esaltare la nobiltà inglese come modello ideale di vita. Dalla
massa di questi scrittori escludo
Hermann Hesse considerandolo un teorico del nazismo, chiunque abbia letto
Demian ed inteso il segno di Caino che macchia gli artisti “immortali” può
capire. Hesse rappresenta un caso a sé, il gioco delle perle di vetro è pura
filosofia sviluppo naturale della mediazione hegeliana, un libro ostico, come
scrive nel lupo della steppa “solo per pazzi”, contiene la sintesi di musica, pittura
e poesia: le figure del canone.
Nietzsche staccò dalla logica
hegeliana il super uomo e lo trasferì negli Stati Uniti, Superman. Quel
secchione di Marx invece si appropriò del super popolo e lo trasferì in Russia
ed a questo punto, pressato dai nuovi poteri intellettuali, il cuore
dell’Europa riesplose accendendo la seconda guerra mondiale.
Quando le battaglie sono decise a
tavolino da una stessa volontà non si può parlare di valore, comunque meglio di
così non sarebbe potuto andare, si tratta sempre di filosofia e tutto rimane in
Germania disputato da filosofi tedeschi, il super uomo di Nietzsche ed il super
popolo di Marx conquistarono l’Europa e le divisero il cuore ragionante in una
nuova disputa degli universali che sfociò nella guerra fredda, nell’era atomica
ed in tutti quei soldati americani che morirono in Corea ed in Vietnam che si
credevano buoni solo perché si credeva che Hitler fosse cattivo.
Altri muri, altre dispute filosofiche
ma ad analizzare la storia nel suo complesso c’è da perdersi, il sistema si
ripete nei muri di Corea ed Irlanda ed a studiarne uno si studiano tutti.
Rimaniamo in Germania, il cuore
del potere del mondo è centrato, la Bayer, il dottore tedesco potrebbe essere
ovunque, in Italia come in Inghilterra o in America e in Russia, il target si
allarga rimanendo contenuto nella filosofia, la logica di Hegel: la parte, l’universale
maggiore di cui è parte e l’universale minore che dà forma alla parte.
Un gioco di parti, attori che
recitano, forse Hollywood?
I dottori non sono da
sottovalutare, Freud è un esempio, in questo caso un ebreo austriaco scampato
ai forni ma tra Tedeschi, Austriaci, Olandesi, Danesi e Scandinavi corre la
stessa differenza che tra somari e asini, solo una questione di termini.
La cosa va presa alla larga, l’origine
da centrare, ad ogni dopoguerra i figli di contadini o postini venuti fuori
vincenti dal massacro formano le industrie ed i commerci che animano il nuovo
ciclo della storia e poi muoiono ed ereditano i figli, tutti con bella macchina
e borsellino fornito.
La pubblicità non conosce pietà, per
centrare il target occorre un’estrema padronanza della psicologia, può essere
un caso tra le probabilità, le statistiche parlano chiaro, la maggior parte di
questi industriali è morta di malattia nel pieno dell’attività ed i figli, da
perfetti idioti, ne hanno preso il posto mentre i medici e le medicine si
sostituivano nei fatti e nella considerazione del popolino agli abili industriali
morti, sembra uno sterminio pianificato attuato con la tacita complicità dei
parenti che oltre a ereditare si liberavano di un congiunto dalle umili origini
che li metteva in imbarazzo con gli amici. Le probabilità sono da calcolare in
un manicomio ed ogni giudizio sarebbe superfluo.
L’elevazione della Bayer, per il
popolino boccalone il medico è una specie di principe, non parliamo dei
figli…l’effetto è accertato, l’identikit del dottore è appena abbozzato, di
certo dev’essere idiota, ignorante e ben camuffato del contrario, aggettivi, parole,
comunque un effetto, qualsiasi idiota se gli si fa credere di essere un
padreterno si comporterebbe così. Il target cresce, la Bayer appare come un
mostro tentacolare, le sue spire si allargano ovunque, trascendono le medicine,
dalla farina ai wurstel al latte al vino, tutto chimico ed in questo c’è una
logica d’effetto del tutto naturale. L’esperienza tocca laureati che non
conoscono i verbi o le tabelline come qualsiasi asino delle elementari, tutti
figli di dottori o cose simili, per fare il medico della mutua non occorre una
grande scienza, basta avere qualche nozione di casistica delle malattie e delle
medicine che occorrono per curarle e naturalmente delle percentuali che passa
la Bayer, probabilmente in dollari, in banche svizzere controllate dalla Rothschild.
La cosa si allarga ma va tenuta
sotto controllo, il popolino boccalone rappresenta il target per eccellenza, è
il peso della massa che determina il movimento dell’idea e va studiato con
attenzione.
Inglobazione del mondo contadino.
Molti braccianti agricoli perché figli di medici ecc. hanno disertato il loro
lavoro naturale per fare i professori universitari o i dottori, architetti, psicologi,
ecc…lauree false…ce n’è un’infinità, tra loro hanno formato una mafia compatta
e con grande superbia hanno imparato che
coltivare schiavi è meno faticoso che zappare.
La cosa è divertente, il target
rimane il popolino, questo è effetto e riceve la forma espressa dal figlio del
dottore, non è da credere che s’indigni, anzi…la psicologia dall’idea standard
“uomo ” alla sua realizzazione di fenomeno sociale si muove dall’essere bene della faccia
all’essere male del culo, la pubblicità conosce queste cose, sono tutti ladri, imbroglioni,
falsi e idioti, la politica ci sguazza, entrano i giornalisti come pubblicitari
mascherati e tutto si svolge in modo naturale, la faccia protesta ma il culo
applaude, nessuno voterebbe un politico che non sia onesto a parole e ladro nei
fatti, tutti sanno che il papa ed i cardinali sono i peggiori ed è proprio per
questo che li mantengono. Al potere poco importa che paghino le tasse, l’importante
è che mettano i soldi in banca e poi che rubino o dicano quello che vogliono, alla
fine si troverà sempre un capro espiatorio per ricominciare.
Un target così ma a questo punto
entrano in gioco i russi o meglio, i muzic russi, il super popolo di Marx.
I servi della gleba in Russia non
esistono più, come se non fossero mai esistiti quindi ma la rivoluzione che li
liberò ne cambiò solo il nome mantenendone immutata la mentalità oggi espressa
da Putin e dai nuovi ricchi. Non esiste popolo più forte e più tonto dei russi,
forse gli Stati Uniti o i cinesi ma direi che la palma spetti a loro, gli si
potrebbero far credere che gli asini volano.
Anche la Russia è fondamentale, la
guerra fredda ha eretto un muro di pregiudizi col granaio d’Europa per
sostituirlo con la farina della Bayer e il modello russo, la mentalità dei
muzic è stato trasferito ovunque, molti Rumeni, Bulgari, Ungheresi, Polacchi, Tedeschi, Inglesi, Iugoslavi, Greci,
Italiani discendono da loro, le scorrerie dei Turchi che anticiparono la caduta
dell’impero d’oriente spopolarono intere nazioni sostituendole con schiavi
russi, le guerre con gli arabi, quelle dei cento e dei trent’anni spopolarono il continente che veniva
ripopolato da muzic, ormai non necessariamente provenienti dalla Russia
allargando il modello dagli Urali al Portogallo. Quell’ubriacone di Gogol, raccontando
le avventure di Cicicov, fa notare come fosse facile scalzare le anime morte
dai loro territori per trasferirle altrove, chi meglio di un muzic russo per un
dottore tedesco ignorante? Da secoli li amministrano…
La Rothschild in tutto questo ci
sguazza, è lei che mantiene il modello standard dei nobili inglesi coi soldi
risparmiati dagli ebrei del Commonwealth, ci deve essere un collegamento coi
muzic ma in questo caso si tratta dei Rockefeller, non sono russi, sono
americani, la guerra fredda ha invertito i popoli, il nome è forma, l’americano
è russo quindi il villaggio ghetto di muzic è negli Stati Uniti, forse
Hollywood? Il modello trasferito dall‘Europa dopo Colombo…negli anni trenta
intere popolazioni furono scalzate dagli stati centrali degli Usa e fatti
migrare forzatamente verso la California, stando a quel che scrive Steinbeck in
Furore si trattava per lo più di irlandesi ma chissà quel che avvenne
veramente.
La Rothschild appare come
sacrificabile, futuro capro espiatorio ma solo in apparenza e l’intuizione ci
consiglia di non trarre conclusioni…ogni cosa rimane contenuta dalla filosofia,
l’illuminismo, la rivoluzione francese ed il romanticismo tedesco furono
effetto del rinascimento italiano, Lorenzo il magnifico e la banca dei Medici, la
storia è un cumulo di menzogne ma un buon pubblicitario deve mandare a segno le
sue frecciate, le idee nascono e si propagano sempre dall’Italia. La Rothschild
nacque da un ebreo tedesco servo di un margravio probabilmente sui risparmi
degli ebrei sterminati dai cosacchi in Europa orientale, Sabbatai Zevi li ricompattò
semplicemente per riconsegnarli ai rabbini dopo la sua conversione all’islam, gli
ebrei dovevano aver fiutato qualcosa di poco chiaro in quel pogrom ma come si
fa a ragionare in un manicomio?
La banca dei Medici era
ramificata in tutta Europa, come la Rothschild aveva la sede principale a
Londra, che fine fece quell’organizzazione? La banca dei Medici cambiò nome e
divenne la banca dei medici?… Probabilità, intanto oggi tutto il mondo gli
appartiene, i Rockefeller estraggono il petrolio ed i Rothschild prestano agli
stati i dollari per pagarlo, gli sceicchi arabi sono tutti servi dei
Rockefeller, dove li trovano quei dollari? La probabilità è che comprino quote
di debito pubblico americano a prezzo di realizzo, chi non regalerebbe i suoi
debiti se un altro si offrisse di comprarli? e poi le rivendano come dollari
buoni da prestare o cambiare agli stati, anche se venduti due volte sono pur
sempre titoli di stato Usa garantiti dal napalm…adesso vogliono la pubblicità, quel
che faranno quando i borghesi americani o europei o ebrei chiederanno indietro
i loro soldi non è importante, devono amministrare popoli di ladri e assassini
ed il sistema deve funzionare, data la necessità non hanno scelta.
Probabilmente anche i dollari per
pagare le spese sanitarie degli stati alla Bayer sono forniti dai Rothschild, la
banca dei medici, il debito è credito, la logica nominalistica della guerra
fredda comunque sono sempre debiti e potranno pagarli in un solo modo.
Rothschild, Rockefeller, Bayer
sono nomi, i titolari dei nomi devono essere superidioti con belle macchine e
borsellino pieno ma i veri padroni sono altri, loro amministrano in incognito, sono
furbi, lo sanno cosa succede quando il popolino s’incazza, mi hanno rifilato il
bidone e adesso trovarli è solo questione di pazienza.
Il dottore tedesco ed il
villaggio di muzic sono delineati, a questo punto bisogna trovare il ghetto
ebreo, la dinamo di raccolta. La probabilità è in progetto, in Germania da anni
crescono movimenti d’opinione controllati dalla Bayer e finanziati dai
Rothschild che propugnano la cacciata degli italiani. Il potere che nel
dopoguerra spinse miliaia di italiani, soprattutto dalle zone occupate dai
soldati di Tito verso la Germania sapeva che da lì a qualche anno la pressione
demografica avrebbe creato problemi razziali. Alla causa segue l’effetto, la
cacciata degli italiani dalla Germania liberebbe ampi spazi, case e attività
che si renderebbero disponibili per gli ebrei che stanno per venire espulsi da
Israele nel nuovo pogrom che si sta preparando. Naturalmente i tedeschi
protesteranno ma a questo penseranno i bombardieri americani. La probabilità
fila alla perfezione, il modello non è ancora completo e la pubblicità è appena
abbozzata.
Il problema è che i veri
intellettuali tedeschi oggi non sono al loro posto sostituiti da idioti
borghesi schiavi di Roma con lauree false che scimmiottano i nobili inglesi, questa degli intellettuali è una questione
“inter nos”, non si può spiegare ma chi capisce l’uccellino capisce.
La questione degli universali
“Passo.”
Est apre di uno senza, il socio
risponde due picche e ovest due senza.
In mano ho una donna quinta a
fiori, un misero fante con dieci a cuori, il resto tutte scartine. Passo ancora,
est dichiara tre cuori, il mio socio insiste con tre picche e ovest salta a
quattro quadri. Partita scontata, il socio ha qualcosa ma non posso aiutarlo, giocare
a bridge col computer non mi diverte più, è sempre la solita zolfa e non si può
neppure barare, che gusto c’è a barare con se stessi, si conoscono sempre le
mosse in anticipo e comunque non si vince niente, passo e lascio giocare la
partita in automatico guardando senza interesse il computer farsi tutte le
prese…sulla finestra della posta elettronica il led lampeggia, è appena
arrivato un messaggio. Clicco per leggerlo, il sito del bridge mi invita a
partecipare ad un torneo a coppie on line, segue il regolamento e le istruzioni
per iscriversi. Interessante, per il momento spengo il computer e vado in
cucina per farmi un caffè.
Alla finestra si intravvede un
giorno qualsiasi a metà mattina, il cielo una nuvola piatta dentro al quale il
sole stenta ad uscire rimuginando vapori lattei senza incandescenza, un filo di
vento muove i rami dei platani del viale dove in questo momento sta transitando
un tram. Sul marciapiede sottostante una piccola folla è ancora radunata dal
giorno prima, guardano per aria contrariati probabilmente in attesa che cadano
altre banconote.
Nella sala un concerto di
scoregge, mi affaccio alla porta per vedere il padrone del mondo uscire dal suo
bagno con le braghe ancora mezzo calate per risedersi a tavola dove troneggia
un vassoio pieno di cibo.
Suor Teresa ai fornelli sta
facendo bollire l’acqua in un pentolino dove sono immerse delle siringhe. La vesta
bianca e immacolata, l’ovale del viso pallido con gli occhi cerchiati coperti
da piccoli occhiali con la montatura argentea e sottile. I piedi calzati in
zoccoli d’ospedale sono nudi, le caviglie ossute sporgono bianche come il resto
ma leggermente provocanti.
Sul tavolo flaconi e scatole di
medicinali allineati come un esercito schierato a battaglia.
“Buon giorno.” dice, con voce
vagamente allegra, “si è svegliato, credevo non venisse più.”
La vista delle siringhe è
imbarazzante, non per me che sono una parola tra altre, è l’autore che si
faceva le pere, è lui che sa dove sono finiti i veri intellettuali e quindi
dico: “E’ dall’alba che lavoro, ho dovuto riassumere in sei paginette duemila
anni di storia e adesso mi sento come un limone strizzato, ho bisogno di
riempirmi di sugo.”
“Oh…mi scusi, sono proprio
invadente, le libero subito il fornello ed il tavolo.”
“Non c’è fretta, mi farò un
panino. Tutte quelle medicine sono per il padrone del mondo?”
Mentre apro il frigo la suora
risponde: “Oh no…un campionario della Bayer che sto studiando, me lo hanno
appena portato, solo l’iniezione, soffre di ipertensione poverino e deve farla
tutti i giorni.”
“Deve essere un’abile
infermiera.”
“Ho studiato per questo, è il mio
lavoro curare gli ammalati.”
Il frigo è colmo di medicinali stipati. Lo
chiudo e dico: “Ha messo medicine da tutte le parti.”
“Oh…è vero, gliel’ho detto, lei…le
sue cose le ho messe nello scompartimento in basso.”
“Non importa, farò portare
qualcosa dal rosticciere.”
“Ho finito, ” continua togliendo
il pentolino dal fuoco, “per farmi
perdonare le preparerò il caffè. Dovrei essere in collera con lei, questa notte
non ho chiuso occhio pensando alle sue parole, questa cosa della superbia mi ha
sconvolta, se fosse vero…impossibile mi sono detta, ho fatto il voto di povertà
e obbedienza, mi sono annullata nella
volontà del signore, la mia vita è al servizio di Dio, non può essere
superbia…comunque ho promesso a me stessa di essere più umile cominciando da
lei e l’ho perdonata.”
Monta l’ago nella siringa, la
riempie di liquido aspirandolo da una boccetta poi ne osserva le tacche in
controluce regolando la dose ed entra in sala.
La sua risposta mi ha stupito, si
tratta di una pazza, siamo in un manicomio ma potrebbe anche essere visto al
contrario, in un mondo di pazzi è pazzo chi ragiona, potrebbe fingere in questo
caso sarebbe un’attrice provetta ed è meglio calcolare la probabilità. Non è
qui a caso, sono loro che me l’hanno mandata e se lo hanno fatto vuol dire che
in qualche modo deve essere necessaria.
La suora è tornata, depone la
siringa, si lava accuratamente le mani ed inizia a preparare il caffè.”
“Scommetto che adesso penserà che
sono matta.” dice.
“Ognuno è fatto com’è. Il
problema è che con le suore non si sa mai come parlare, a me non piace fingere,
lei mi mette in imbarazzo, voglio parlare come viene, è come un muro di
ipocrisia, non so se capisce…”
Rimane qualche secondo pensierosa
e risponde: “Lei vede la luce di nostro signore Gesù Cristo, io sono la sua
serva, forse è il suo splendore che la mette in imbarazzo. Parli pure come
viene, la perdono in anticipo come farebbe Gesù con qualsiasi peccatore.”
“Può essere. Lo sa che a farmi
vedere la siringa mi ha fatto venire voglia di fare una pera?”
“Una pera…cos’è?”
“Eroina! Morfina, oppio…per caso
ne ha tra i suoi intrugli?”
“Cosa dice?…per nostro signore
Gesù Cristo, lei sembra una persona seria, un intellettuale, il santo padre ha
detto che è il miglior pubblicitario al mondo e adesso…”
“Un buon pubblicitario deve
conoscere tutte le parti del target che intende colpire e per conoscere bisogna
calarsi nella parte, solo così si può capire. La Bayer ha creato l’eroina e poi
visto il male l’ha cacciata dalle schiere dei suoi farmaci, le dice niente
questa storiella?”
“La Bayer lavora per il bene
dell’umanità, finanzia molte opere in soccorso dei bisognosi ed aiuta i poveri del terzo mondo sostenendo le
missioni, io non so che vuol dire.”
Versa il caffè nella tazzina e me
lo porge dicendo, con voce ansante: “Lei non sa, ci sono malati che senza le
medicine soffrirebbero le pene dell’inferno, ci sono casi…io li ho visti, beva
il caffè…la Bayer è necessaria, senza di lei…s’immagini, ci sono milioni di
vecchi, morirebbero tutti tra tormenti…”
rimane qualche secondo pensierosa col terrore negli occhi e continua: “solo una
cosa non riesce a curare, ci sono casi…anch’io ne soffro, sono i sogni, certe
volte…faccio sempre un sogno, sono chiusa in una cella senza porte, murata viva
con il diavolo…non le dico cosa fa, mi vergogno troppo, neppure al…poi mi
sveglio disperata e l’unico conforto è il mio signore, lui, sulla croce…la sua
sofferenza è la mia e questo mi calma e dà la forza di tornare in me…”
“Ha provato a rivolgersi ad uno
psichiatra? Forse è solo un laccio troppo stretto.”
“Per questo ho il mio confessore,
il mio padre spirituale, lui mi consiglia la preghiera ed il digiuno ma per
quanto lo faccia non serve a niente.”
“Lo sa che il suo confessore
conosce anche i peccati che non confessa?”
Arrossisce di colpo e strilla:
“Cosa dice?” riprende il controllo e continua: “Lei mi vuole provocare ma non
riuscirà più a ingannarmi, come fa a dire una cosa simile? Comunque in ospedale
ho lavorato con molti psicologi che venivano ad assistere i malati mentali ed
ho provato a chiedere consigli ma non è servito a niente.”
“Che cosa centra la psicologia?
Questa studia il comportamento dei fenomeni sociali come i movimenti d‘opinione,
non ha niente a che vedere con i malati, nel suo caso ci vorrebbe uno
psicoanalista, probabilmente ha un ricordo che non ricorda più di aver vissuto
che si è insinuato nei suoi sogni per tormentarla.”
Rimane pensierosa qualche secondo
cambiando più volte espressione agli occhi accarezzando il crocefisso alla
catena come fosse un’appendice del suo corpo e dice: “Psicanalista? Vuol dire
come Freud? In ospedale una volta mi è capitata sotto mano una copia
dell’interpretazione dei sogni e non ho saputo resistere alla tentazione di
leggerla, solo poche pagine però e non ci ho capito niente, il mio confessore,
citando la bibbia, dice che il diavolo lavora per confonderci ed allontanarci
dalla fede in Cristo, il nostro salvatore ed io gli credo. Ricordo
perfettamente tutta la mia vita. Lei sembra esperto in materia, si intende di
psicologia?”
“La psicologia è parte della
filosofia, la scienza universale, un buon pubblicitario deve conoscerla bene
perché il target più redditizio è proprio l’universale.”
“Non parli difficile con me, la
sua sembra una grande superbia!”
“Purtroppo no, la forma del
sapere è l’ignoranza e più si sa più si è ignoranti delle cose che ci sono
ancora da sapere, si è sempre una pagliuzza di fronte all’universale, un
cerchio che si allarga in proporzione.”
“Se lo dice lei…per me dio è
tutto, che altro c’è da sapere?”
“Chissà?…se vuole la posso
aiutare a liberarsi del sogno, la posso psicanalizzare per sondare la sua
anima. Le suore di Vesta venivano murate vive se trasgredivano ai voti, il suo
potrebbe essere un ricordo avvenuto in un’altra vita che in qualche modo si
trascina da secoli nella mentalità dei monasteri.”
La suora si allontana di qualche
passo e continua: “Non ha bevuto il caffè, non le piace?”
“L’avevo dimenticato.” Lo bevo
freddo senza pensare alle medicine che può averci messo dentro.
La suora si riavvicina e
prosegue: “A me piacerebbe liberarmi da quel sogno ma quello che dice mi fa
paura, lei sembra il diavolo, mi fa parlare e mi porta dove vuole, mi scava
dentro, mi fa dire cose che…come fa?”
“Suor Teresa non deve essere il
suo vero nome, qual è?”
“Perché lo vuole sapere? L’ho
dimenticato, quando sono entrata nell’ordine è come se fossi rinata, ora sono
suor Teresa e null’altro, serva del signore.”
“Vuole guarire, di che si
preoccupa? Fossi anche il diavolo poi si confesserà e la sua anima tornerà pura
come un giglio.”
“Questa è una prova che il
signore mi manda per rinforzare il mio credo in lui, non temo nulla perché sono
la sua serva, se lei mi aiuta vuol dire che non può essere il diavolo, vuole
sapere il mio nome? Mi chiamavo Margherita, che nome stupido non trova? Ho
fatto bene a cambiarlo.”
“Perché? È un nome interessante, adatto
alla nostra storia:
Se un marito non è, un innamorato. È uno dei
doni più belli del cielo
tenere tra le braccia una persona amata.
dice il diavolo a Margherita, conosce Goethe?
Un secchione ma sapeva elaborare le
idee in modo splendido. La favola è
antica.”
“Ho capito, lei parla del Faust, prima
di entrare in convento avevo fatto il liceo e ho letto quel libro ma è passato
tanto tempo…ero rimasta colpita dall’omonimia del nome ma ricordo solo quello.
Come andò a finire?”
“Che Margherita morì dannata ed
il dottor Faust divenne un pentito, in che altro modo poteva andare a finire? I
poeti tedeschi non hanno fantasia per i lieti fini.”
“Mi vuole portare all’inferno? Ci
provi allora.”
“L’inferno potrebbe essere
tutt’altro di quello che si crede, un luogo piacevole, delizioso…”
“Questo il diavolo lo disse a
Cristo nel deserto tentandolo ma non riuscì a convincerlo, lui era il figlio di
dio e preferì il supplizio sulla croce.”
“Evidentemente lei non conosce le
tecniche della pubblicità e gli espedienti estremi a cui si è costretti a volte
per attirare il target, chi lo mise in croce sapeva quel che faceva, lui, il
ribelle, il figlio della serva…la ragione umana in pasto alle bestie.”
“Non capisco…non parli volgare, le
posso assicurare che il mio è un amore assolutamente puro!”
“Altre parole. Freud scrive che
tra l’analista ed il paziente si crea una specie di feeling che coinvolge
ambedue, nel nostro caso invece è professionalità, nessuna emotività, mi parli
del suo sogno.”
La suora rimane qualche secondo
assorta guardando il soffitto, fissa lo sguardo su una piccola ragnatela ad un
angolo poi va a sedersi al tavolo e con la mano rovescia le pile di medicine
scompigliando l‘esercito, ride facendo sussultare il velo che le ricopre la
testa e dice: “Io non la conosco, lei è un estraneo per me, fa parte di un
mondo che ho abbandonato da tempo per entrare in un altro dove ho trovato la
vera vita nella fede in Cristo, lei mi sta chiedendo di aprire la porta della
mia anima per sondarla, parla del diavolo, mi ha fatto tornare indietro nel
tempo, mi ha fatto rivivere ricordi che effettivamente avevo dimenticato. È
abile nel suo mestiere, mi fa paura, la stessa paura che provavo allora prima
di prendere i voti e la cosa mi sconvolge, la fede dovrebbe aiutarmi invece in
questo momento tace e non so proprio che fare.”
Parole, parla la faccia o il
culo? In un flash vedo una probabilità nuova, in un mondo di doppi questa suora
potrebbe rappresentare un’eccezione, essere veramente una santa, un’oca giuliva
che si beve tutte le fandonie ritenute credenze e crede veramente in quello che
dice. Se fosse così sarebbe una perla rara, una ghiottoneria psicologica e
l’intuizione prosegue il lampo rimbombando in altre probabilità, la causa non è
effetto, la credenza è un giudizio a priori ritenuto verità, un giudizio che
sogna, potrebbe essere una trappola innescata per…le probabilità si fermano
contro un muro d’evidenza, meglio essere prudenti e dico: “La capisco
perfettamente, voi religiose vivete in un mondo popolato da statue ed immagini
di santi e demoni, paradisi di lacrime, martiri cotti alla brace, vie crucis di
dolore, inferni di atrocità, è del tutto naturale che faccia sogni paurosi.”
Suor Teresa sospira e continua:
“Quello che dice è vero ma non lo vedo come una mostruosità, lei fa
l’intellettuale, il suo lavoro è fatto di libri, poesia, non è mai stato in un
ospedale per malati incurabili, la realtà è ben più crudele delle immagini che
ornano le nostre chiese. Ero al Cottolengo per un corso di specializzazione, ho
visto cose che…il signore mi aiuti, è meglio che taccia, non mi va di parlare
del dolore altrui.”
Vorrei dire che quel dolore rende
alla Bayer miliardi in tutto il mondo ma mi trattengo ancora, sento che la sto
perdendo, la sua pazzia è sostenuta dalla credenza universale, la verità
sarebbe inaccettabile, meglio giocare sul suo campo divorandola un pezzetto
alla volta.
Faccio la voce delusa e dico:
“Peccato, mi sarebbe proprio piaciuto psicanalizzarla ma se lei non vuole non
insisto, nei libri si leggono sempre storie scontate, mai nessuno ha pensato di
raccontare quella di un anima semplice, umile, timorata di dio, a chi
interesserebbe? Eppure mi è venuta un’idea, se lei permette la metto in una pubblicità, proverò
a riscrivere la storia però senza dottori pentiti, solo il diavolo e
Margherita.”
“Io cosa centro?”
“Mi farà da modello.”
“Io?…sono una suora, la mia vita
è nelle mani di Dio, da tempo ho rinunciato ad ogni interesse per la vita
mondana…lo sa che è intrigante? Che cosa dovrei fare?”
“Niente, la modella di uno
scrittore non ha bisogno di posare come fanno i pittori, esiste uno standard
che si ripete nella fascia statistica rappresentata, si comportano tutti nello
stesso modo, come il crocefisso ed i cristiani, mi inventerò qualcosa
ispirandomi a lei e a quelle come lei.”
“Anche il mio sogno? Impossibile,
la sua fantasia non può arrivare a tanto, il mio sogno è…”
“Non dica sciocchezze, come
controparte metterò il diavolo, vuole che il diavolo non conosca il suo sogno
quando è lui che glielo manda come dice il suo confessore?”
“Lei può scrivere quello che
vuole, io sono e sarò sempre serva di Dio…chi farà il diavolo nella sua
storia?”
“Quello che lei crede di non
essere.”
“Non capisco.”
“Lei.”
“Vuole scherzare?…”
“Chi è che sogna?”
“Io.”
“Quindi?”
“Non capisco, lei parla come un
teologo, dice cose che…durante il noviziato ho letto alcuni brani scritti dai
teologi, usano parole difficili e non ci ho capito niente, vuol dire…anche il
diavolo ed Eva, sarebbe come senza Adamo, nel noviziato ci insegnano che le
donne devono portare il peso di quel peccato, adesso lei…mi fa dire cose
che…sto sragionando, non sono più in me, scriva pure quello che le pare ma la
prego di non fare più questi discorsi, io sono qui per lavoro, ho fatto il voto
di ubbidienza e sono abile nel mio mestiere, conosco centinaia di nomi di
medicine, il loro utilizzo e le modalità di somministrazione, la sua pubblicità
non mi interessa…mi farà leggere quello che scriverà?”
“Farò molto di più.”
In quel momento dalla sala si
sente l’infermiera urlare e subito dopo il rumore di colpi. La suora si alza
per andare a vedere.
L’infermiera, una donna di mezza
età, corpulenta, con la gonna strappata, sta prendendo a scopate il padrone del
mondo che si ripara con un braccio, ridendo sguaiatamente. Alla vista della
suora strilla: “Questo screanzato! Mi ha messo una mano sotto la gonna, maleducato!”
Suor Teresa, con le mani puntate
ai fianchi e l’aria severa guarda il bidone e dice: “Come ti permetti?”
Il padrone del mondo smette di
ridere, si ricompone e risponde: “Madre…non le creda, è lei che mi è venuta
addosso, son tutte troie queste infermiere…mi scusi la parola, è scappata, sa
come sono, non le creda…”
L’infermiera riprende a batterlo
con la scopa e grida: “Bugiardo! Sei stato tu che hai messo la mano.”
“Basta così!” strilla la suora
imperiosa, “Cos’è questo, un manicomio? Tu ricomponiti e tu…”
“Madre, non mi tratti male, m’annoio,
cosa posso fare?”
Suor Teresa si volta e chiede:
“Ce l’ha un televisore?”
“No, lo posso procurare però…è il
padrone del mondo, non sarebbe meglio chiamare una squadra di…prostitute, forse
sarebbe più efficace.”
“Cosa dice?”
Il bidone ha sentito e si mette a
frignare come un bambino: “Sì…le puttane, voglio le puttane!”
La suora si infuria, mi guarda
con sospetto e ribatte: “Che cosa gli va a mettere in testa, adesso chi gliele
toglie più? Se vuole creare un bordello, papa o non papa, si cerchi qualcun
altro per assisterlo!”
Detto questo se ne va stizzita
entrando nella cappella. Dopo qualche secondo si sente un urlo strozzato.
Probabilità come note musicali
che si dispongono su un pentagramma ideale dando forma a figure metafora da
“suonare” interpretandole alla luce della ragione. Poesia amorale priva di
giudizio, estetica pura da guardare senza toccare. All’identikit del dottore
tedesco si è aggiunta la qualifica di pentito, la ricerca scava annusando
secoli di teologia, materia ostica ma per chi sa guardare un cumulo di cazzate
a sostegno di “giustificazione” della causa prima per la presenza del male. Un
dio pentito quindi che ha bisogno di scuse, la figura troneggia come ideale a
priori che si trasmette nella mentalità e cerca il perdono.
Noi siamo solo parole, ci
divertiamo un sacco a svolazzare nell’idealità del pentagramma quando siamo
suonate a dovere, la poesia è la prima delle arti, lei ci anima musica ed
immagine, quei secchioni dello Sturm und drang dicevano che da poesia nasce
poesia e la poesia è sempre una tigre nella giungla preumana, natura selvaggia,
fuoco e tempesta…
Nella cappella la suora non c’è, nella
cella neppure, il crocefisso tra i bagliori dei santi affrescati sul soffitto
spinge la sua ombra verso una porta che apre in una nuova stanza sulla destra
dell’entrata. La casa cresce.
La porta è aperta ma l’ingresso
chiuso come da una lastra di cristallo invisibile, oltre si vedono i contorni
di una stanza dalle pareti ancora in formazione, suor Teresa è sdraiata a terra
svenuta nel centro del pavimento, la tonaca bianca la veste come un sarcofago, sulla
testa si è accesa una mezzaluna di luce le cui corna si allungano dando forma
ad un’immagine spettacolare.
Si vede un trono immenso di
pietra percorso da scintille lampeggianti su cui è seduto maestoso e imponente
Arnold Schwarzenegger, nudo, muscoloso all’inverosimile, la pelle unta d’olio
brillante per una luce senza origine che proviene dal soffitto non ancora
definito. Sulla testa fiammeggia il pennacchio rosso di un elmo da ufficiale
dell’esercito romano, appoggiato al trono uno spadone d’acciaio insanguinato, tra
le sue gambe si allunga un enorme cazzone duro, turgido all’inverosimile, violaceo
e palpitante. Seduto sulla coscia destra c’è il principe Carlo d’Inghilterra
piccolo e striminzito con una cuffia da servetta inglese di campagna che gli
aureola la testa ed una tunica da chierichetto, con un pettine sta spalmando lo
sperma che esce dal cazzone sulla cappella modellandolo a forma di velo di
suora…nella stanza non si può entrare, si può solo guardare. Come il principe
finisce di modellare l’abito della suora intorno al cazzone questo esplode, un
caos di sangue, si sentono cavalli nitrire, urla di morenti, cozzare di spade
nel buio di una notte tempestosa quindi silenzio e corpi gonfiare di putredine,
vermi, poltiglia da cui escono scheletrici soldati insanguinati in fuga per
perdersi nell’oscurità.
Nella stanza ora si vedono i
contorni di una stanzetta esagonale come una cella d’ape dipinta a ditate di
miele, un tavolo con un computer ed una lampadina accesa, sul pavimento la
suora immobile, la tonaca le si sfila lasciandola nuda scoprendo la figura di
una morta da millenni con la pelle lucida incartapecorita sulle ossa poi inizia
a svolazzare per la stanza come una farfalla impazzita fantasma di stoffa, batte
e ribatte contro le pareti, dal soffitto al pavimento, sulla porta di cristallo,
alla disperata ricerca di una via di fuga, esausta si erge volatile sopra la
morta plasmandosi nella figura statuaria di una donna splendida quindi si
affloscia per ricadere esausta sul suo corpo
e rivestirla.
La barriera di cristallo si rompe
frangendosi e precipitando in una cascata di vetro, entro, prendo Margherita in
braccio e la poso sul lettino della sua cella.
Dopo qualche minuto la suora si
riprende. Ho consigliato all’infermiera di spogliarla e sciogliere tutti i nodi
che la stringono per farla respirare meglio.
Lei mi ha guardato con aria
dubbiosa, nei suoi pensieri ho letto: “Chissà che si crede di essere questo?”
ed è entrata nella cella rimboccandosi le maniche.
“Posso entrare?”
Suor Teresa è a letto coperta da
un lenzuolo, la testa minuta dai capelli rasati affondata nel cuscino, pallida,
gli occhi chiusi. Appeso ad una gruccia a fianco del lettino floscia come un
sacco vuoto la sua tonaca, sul muro di fronte una bacheca di vetro chiusa con
un lucchetto con dentro altri medicinali. A Destra l’unica finestrella illumina
la stanza di luce attutita e colorata dalle tendine grigie.
Una lampadina pende spenta dal
centro del soffitto.
L’infermiera risponde: “Adesso
deve riposare, la lasci in pace. Io glielo dico sempre, non mangia abbastanza, è
cocciuta come un mulo e lavora troppo, vuol fare tutto lei, poi sogna, le
prendono gli svenimenti e sta male.”
La suora socchiude gli occhi e
dice, con voce sofferta: “Maria, come si permette?…lo mandi via…aspetti…prima
sentiamo cosa vuole.”
“Interpretare il sogno.”
“Mi vergogno!” strilla
nascondendosi la testa sotto il lenzuolo.
L’infermiera interviene: “Vada
via, lo vede che sta male.”
Suor Teresa scopre la testa e con
occhi accesi d’orgoglio dice: “No, che entri, non ho paura di nulla.”
L’infermiera ribatte: “In tal
caso resterò anch’io, lo sa che non sono ammesse visite nelle celle.”
“Qui non siamo al convento, sono
malata ed il signore è un dottore, conosce la psicoanalisi ed è esperto in
materia, lei sa che in questi casi sono ammesse deroghe, lo lasci entrare.”
L’infermiera mi guarda sorpresa e
continua: “Va bene, come vuole, vuol dire quelli che conoscono i sogni, interessa
anche a me, anch’io…”
“Se vuole rimanere non ho nulla
in contrario.” dico.
Suor Teresa rimane silenziosa
qualche secondo e strilla, con tono deciso: “No, il padrone del mondo ha
bisogno di assistenza, posso badare benissimo a me stessa. Maria, torni in
sala!”
“Come vuole ma verrò a
controllare di tanto in tanto è questo non me lo può impedire.”
Uscita l’infermiera entro nella
cella, scosto le tendine per far entrare più luce, la finestra ha vista su un
cortiletto cinto da mura col pavimento di pietra e una fontana conica al centro
con una croce in cima che chiude il foro dell’acqua.
Prendo una seggiola e mi siedo a
fianco del lettino tra la suora ed il suo abito appeso. “Come si sente?”
chiedo.
Si ricopre la testa col lenzuolo
e mormora: “Sono morta! Adesso che cosa penserà di me? Lei mi ha ipnotizzata, come
ha fatto a farmi sognare?”
“Ha fatto tutto da sola, evidentemente
il suo inconscio si è ribellato ed è venuto a galla.”
“Non parli difficile, il sogno è
quello, atteniamoci al fatto, come lo interpreta? Non ho mai lavorato con uno
psicanalista e sono proprio curiosa di sapere cosa dice.”
“La psicoanalisi ormai non serve
più, il suo è un sogno complesso e solo la filosofia, l’unica scienza capace di
collegare tutti i concetti, può farlo. Continuiamo a giocare al diavolo e
Margherita o se preferisce al serpente ed Eva e vediamo quel che vien fuori.
Per prima cosa dovrebbe calare la sua superbia ed annullarsi da ogni
presunzione.”
“Lei insiste!” esclama la suora
“Io non sono superba!”
“Non mi vorrà dire che le suore
tengono chiuse nei loro armadietti, tra le pagine di libri sacri, immagini di
bei fusti muscolosi?”
La suora arrossisce, si trattiene
dal nascondersi con il lenzuolo e dice: “pensi quello che vuole, cosa crede?”
Vuole parlare come le viene o
preferisce che le faccia le domande, non si preoccupi, quel che diremo rimarrà
tra noi, rispetterò il segreto professionale.”
La suora mi guarda e continua:
“Lei sarebbe un ottimo confessore, tra noi suore farebbe successo, non so
neppure che cosa sia la filosofia, vuol dire che è più di un dottore? Una bella
superbia! Mi faccia le domande.”
“Come ha conosciuto il principe
Carlo?”
“L’ho visto una volta, era venuto
a visitare il gruppo Abele, lui si interessa al problema dei drogati e finanzia
attraverso la sua organizzazione umanitaria gli istituti che se ne occupano, per
l’occasione ha visitato anche il Cottolengo, noi suore eravamo tutte schierate,
doveva vederlo, che classe…sembrava venire da un altro mondo.”
“Le ha parlato?”
“No, è passato, sembrava un
vescovo che benediva, ero tutta eccitata, un principe così da vicino non
l’avevo mai visto, poi ha assistito alla messa, lui ha un altro credo ma è
molto religioso, si è degnato…poi c’è stato un rinfresco ed è venuto tra noi, c’era
un interprete che parlava al suo posto, una suora gli ha fatto il discorso di
benvenuto, mi è venuto vicino e mi ha sorriso, ho sentito il suo profumo, lo sa
che è ricchissimo?”
“Ricorda qualcosa di particolare
in quel momento?”
“No, ero eccitatissima…è
imbarazzante.”
“Non è successo nulla di strano?”
La suora rimane qualche secondo a
pensare e risponde: “Sì…si è rovesciato un tavolo, una bottiglia è scoppiata e
mi ha macchiato l’abito, mi sono spaventata… come fa a saperlo?”
“La filosofia sa cose che lei
neanche si immagina. In pubblicità si fa colpo per fissare l’immagine, il
trauma le ha fissato il ricordo.”
“Vuol dire che è per questo che
lo sogno? Può essere…ma è stato un caso, non capisco.”
“Forse…Arnold è un suo beniamino?
Scommetto che tra voi suore deve essere un…si masturba spesso?”
“Allora? Lo fanno tutte, cosa
crede? Noi…”
“Non dica nulla, non è necessario,
faccia conto che lo sappia già e andiamo avanti, il suo è un caso banale ma il
sogno non lo è affatto, la filosofia è una scienza esatta, non giudica, ogni
cosa ha un suo posto preciso nella logica pura e va studiato con la ragione.
Lei è credente, s’immagini nessuna credenza, puro nulla dove intorno si muovono
i concetti ognuno con un significato preciso.”
“Non ho capito, senza credenza
sarebbe senza dio, il diavolo…senza diavolo?… sarebbe…non capisco.”
“Sarebbe capace di sostituire un
cuore ad un paziente?”
“Oh no! Questo lo sanno fare solo
i chirurghi più abili, loro sono…lei crede che sia scema, adesso ho capito, mi
fa domande che…vuol dire che la filosofia…a me sembra proprio una grande
superbia, lei vuol farmi credere che la filosofia è più di dio, è
inaccettabile!”
“Nulla le ho detto, senza giudizi,
analizziamo il sogno. In filosofia esistono solo due concetti base da cui si
originano tutti gli altri, il nome e la forma che equivale a dire la parola e
il corpo e la parola non è il corpo.
In questo caso abbiamo il
principe Carlo d’Inghilterra, un nome altisonante, un supernome e
Schwarzenegger che in tedesco americanizzato potrebbe stare per tintore di uova
o di mortaretti, quindi un nome plebeo e viceversa una superforma muscolosa con
uno striminzito seduto in braccio. Un super nome ed un nome contrapposti ad una
superforma ed una forma che invertono il significato della prima. I suoi
genitori erano operai o contadini?”
La suora rimane esitante e
risponde, guardandomi di sbieco: “Mio padre facevo lo spazzino e non me ne
vergogno affatto.”
“Però ha cambiato nome prendendo
quello di una santa.”
“Ebbene, anche il papa lo fa, che
vuol dire…lei è proprio invadente, mi sta demolendo, ho capito, il nome, il
supernome ed il sogno, sono io?”
“Lei non è il sogno, è coricata
su un lettino coperta da un lenzuolo, vuole che la scopra?”
“Oh no, per la vergine santissima,
cosa dice?”
“Si vergogna del suo corpo?”
“Il mio corpo…è peccato…io sono
suor Teresa!”
“Ha preso la forma della santa, una
superforma, del tutto immaginaria ma…se tra le sue orazioni…”
“Non dica altro…ho capito, lei è
proprio abile, se si facesse prete verremmo tutte a confessarci da lei, non
avrei mai creduto che…non so cosa dire…”
“Nulla, rimaniamo nel nulla, tutto
il resto non ha importanza, continuiamo con il sogno.”
“Un momento, mi lasci riflettere,
lei non deve dimenticare che sono una suora, ha messo in luce una mia debolezza
ma questo non significa…nulla, ha ragione, il diavolo non c’entra niente, è…”
“Un effetto, non si deve sentire
in colpa, la causa è estranea alla sua volontà.”
“Lei mi sta uccidendo.”
“Lei o la santa che crede di
essere?”
“Che differenza fa?”
“È mai stata innamorata?”
“Di nostro signore sì.”
“Intendo prima di prendere il
velo.”
“Ebbene, nessuno mi voleva e
allora? Lei non sa quanto ho sofferto, lui…”
“Non lo dica, non è importante, ha
capito?”
“Sì, andiamo avanti.”
Peter Pan
Noi siamo solo parole, l’autore
ci usa, lui è l’in sé di ogni personaggio, mai avrebbe immaginato che per
analizzare se stesso avrebbe dovuto analizzare una suora e si diverte un sacco…
L’infermiera è passata portando
un vassoio con cibi e bevande, aveva l’aria pensosa e mi guardava con sospetto
misto ad ammirazione, deve aver origliato il discorso e sono certo che lo sta
facendo anche adesso.
La suora ha aggiunto un cuscino
sotto la testa, ha l’aria assorta, gli occhi aperti sulle immagini invisibili
che le parole hanno risvegliato.
“E’ sicura di voler continuare, se
vuole possiamo rimandare.”
“No! Finiamo, voglio andare fino
in fondo.”
“Non sarà facile. Il seguito del
sogno è in qualche modo collegato allo sdoppiamento del nome in supernome, da
Margherita a Suor Teresa, la luce senza origine che proviene dal soffitto.
Borghesi e nobili negano la forma da cui hanno origine, il popolo e la
trasferiscono ad un morto capostipite della loro casata, come lei fa per il
crocefisso.”
“Non mi piace, lei in questo modo
nega Gesù Cristo.”
“Non ho detto Gesù, ho parlato
del crocefisso.”
“Che differenza fa?”
“Non lo vede da sé?…in tal caso è
inutile continuare, se vuole guarire è necessario che si liberi da ogni
presunzione e poi si potrà sempre consolare con il suo confessore che
certamente la perdonerà.”
“Non scherzi su queste cose, è la
mia vita e la mia fede è autentica, le debolezze del mio corpo non hanno niente
a che vedere, io sono una suora…comunque ho capito, un morto…all’origine, per
quello non si vede da dove viene la luce.”
“Esatto, è un piacere lavorare
con lei, dimostra un’intelligenza notevole.”
La suora mi guarda con occhi
compiaciuti e continua: “La sua filosofia è interessante, che cosa si deve fare
per diventare filosofi?”
“Non si può spiegare, bisogna
studiare molto in ogni campo del sapere umano e impadronirsi dello strumento di
logica quindi è sufficiente tenere a portata di mano una buona enciclopedia ed
applicare lo strumento.”
“Adesso è diventato difficile.”
“La filosofia lo è. Strumento di
logica ne esiste solo uno e naturalmente il suo contrario, se vuole può leggere
la fenomenologia dello spirito di Hegel dove è descritto per esteso, se riesce
a capirlo vuol dire che può filosofare altrimenti le conviene continuare a fare
la suora, almeno mangia tutti i giorni.”
“Una scienza superiore per pochi
eletti…non è superbia?” chiede sorridendo ironica.
“No, è superiore come la testa
sta sopra il cuore e lo stomaco, senza di loro la testa non potrebbe funzionare,
è tutto collegato, un unico corpo, l’universale. Ai tempi di Hegel i suoi corsi
erano molto frequentati, aveva risvegliato gli intellettuali tedeschi che
uscivano dal popolo impostando l’idea uomo sulla ragione umana, quegli
intellettuali dovevano avere un’intelligenza straordinaria per capire.”
“Abbiamo cambiato discorso.”
“Si sbaglia, siamo nel pieno
dell’interpretazione.”
“Se lo dice lei, io non sarei mai
in grado di fare filosofia.”
“Non se ne crucci, la totalità
dei filosofi, insegnanti, borghesi e nobili che ci sono oggi al mondo non
sarebbe in grado di farlo.”
“Che cosa significa?”
“Che le campagne si stanno
spopolando, conosce la storiella delle braccia rubate all’agricoltura? Il mondo
del vino ad esempio, le vigne ed i falò, sta scomparendo, tutto chimico ed il resto segue a ruota, i
contadini si sono trasferiti e le loro antiche tradizioni sono coperte dalle
presunzioni di classe. Un sistema, il corpo è il miglior medico, produce da sé
le medicine necessarie per guarire, nel nome e nella forma.”
“E’ diventato enigmatico.”
“Infatti, per continuare a
interpretare il sogno bisogna farlo, la filosofia è una, l’in sé dell’uno è
l’universale, una scala musicale dove ad ogni nota corrisponde una fascia
superiore dove i linguaggi cambiano così come i punti di osservazione dei
fenomeni. I significati si spostano dalle parole e frasi del discorso a parti
di questo, lettere, prefissi, suffissi, acronimi e cose simili, la filosofia si
evolve in Arte e si affida all’ispirazione, all’idea che nasce spontanea.”
“Lei sarebbe un ottimo
predicatore, se si facesse prete voteremmo tutti per farla papa, mi sta facendo
scoprire un mondo di cui ignoravo completamente l’esistenza, comunque tutto ciò
che cosa a che vedere con il mio sogno?”
“La figura di Carlo che spalma lo
sperma sul pene duro di Arnold modellandolo nella tonaca di una suora è molto
interessante, un preservativo di sperma…dentro l’abito c’è lei, deve fare dei
sogni erotici straordinari, la sua fantasia deve essere popolata da cazzi
enormi, una ninfomane immaginaria!”
La suora si copre con il lenzuolo
e da sotto dice: “Ebbene? Lei e la sua filosofia, che cosa ne sa? Prego, digiuno,
mi uccido di lavoro per liberarmene ma non ci riesco.”
“Il cazzo di Cristo.”
“Non bestemmi.”
“Un grande peccato, non è mai
stata capace di confessarlo, lo ha dimenticato? La natura femminile non è una
vergogna, probabilmente era ancora bambina, istintiva, impulsiva…e bruttina, nessuno
la guardava e quando vide il crocefisso…quell’uomo seminudo che sporgeva dalla
croce offrendosi in pasto…fa sovente la comunione?”
La suora scopre la testa dal
lenzuolo e con aria estremamente interessata risponde: “Vuol dire che tutto è
cominciato lì?”
“Stiamo entrando in un argomento
delicato, il sistema è quello che è e anche la politica è parte della filosofia,
ha visto come mangia il padrone del mondo?…le dico subito che dimenticherà ogni
cosa come avremo finito il lavoro.”
“E’ il serpente che parla o il
filosofo?”
“Dopo l’esplosione del cazzo la
scena del massacro si sposta nel tempo.”
“Non ricordo di nessun massacro, questo
non c‘era nel mio sogno.”
“Può essere un sub sogno coperto
dal primo, l’animo umano è un meccanismo complicato ma in qualche modo deve
riflettere il canone e le sue leggi, ci sono uomini che conoscono i linguaggi
superiori e sanno manipolare il comportamento degli individui e delle masse, il
sistema funziona in questo modo e non può funzionare altrimenti, il potere si è
servita di lei condizionandola ad essere quello che è, un’oca piena di
superbia!”
“La suora alza una spalla, sbuffa
e dice: “Può dire quello che vuole, ho capito che mi provoca per stimolare in
me delle reazioni, purtroppo sono bruttina e non corro rischi.”
“Continuiamo con il sogno, adesso
siamo chiusi in una cella ma bisogna espanderlo a tutto il pianeta, ci sono
collegamenti che escono dall’Italia ramificandosi ovunque e la storia si ripete
in altre nazioni, Arnold è di origine austriaca ed in testa aveva un elmo di
ufficiale romano, l’istinto mi dice che ci deve essere un nesso con un
ufficiale tedesco traditore che da millenni si pente, Tacito scrive che molti
popoli germani romanizzati si struggevano dalla vergogna per il tradimento di
Arminio, Arnold ed Arminio hanno il prefisso Ar- identico, poi c’è il suffisso
-er del cognome, Er è il personaggio di un dialogo di Platone che era stato tra
i morti ed era tornato per raccontare quello che aveva visto. Er è un suffisso,
il suffisso non è il prefisso, la forma del suffisso è il prefisso. In questo
caso diventa l’iniziale di un’altra parola, potrebbe essere Ermes, il dio
psicopompo che accompagna le anime dei morti, il dio delle antiche popolazioni
germaniche che poi si evolvette in Wotan, Ermes era un dio comune a tutte le
popolazioni del mondo allora conosciute, barbare e no, ci deve essere una
matrice comune del sogno. Ermes aveva un figlio deforme, Pan, l’universale che
si trasferisce in Inghilterra, Peter Pan, anche lui accompagnava i bambini morti…Pan
era il dio dei pastori e suonava la siringa, siringa eroina gruppo Abele, Abele
è contrapposto a Caino, i drogati segnati dal marchio… ha capito come
funziona?”
“Non sarei mai in grado di
ripeterlo, ho già dimenticato.”
“Non ha importanza. L’arte è solo
per pazzi, cercare di capire è impossibile, qui entriamo ancora più in
profondità, Ermes era il postino degli dei, aveva un figlio, Peter Pan, deve
aver conosciuto il figlio di un postino che si chiamava Piero ed in qualche
modo aver avuto a che fare con il suo cazzo che poi si è trasferito nella
tonaca tra le immagini di Carlo ed Arnold, lei deve essere veramente una
porca!”
“Non dica così…mi faccia pensare,
in ospedale ho visto molti uomini nudi, è il lavoro, non so…cercherò di
ricordare.”
“C’è ancora una cosa. Carlo usa
un pettine per plasmare lo sperma, il pettine si usa con i capelli, in questo
caso la sua tonaca ed inizia dalla testa, dal foro del cazzo da dove lo sperma
esce, una sorgente, una fontana, questo ha a che fare con il suo abito, lo sperma
è idea indirizzata alla realizzazione, c’è qualcosa che le stringe la testa
quando lo indossa?”
“Sì, in memoria della sofferenza
di nostro signore.”
“Non dica stronzate, come
campione statistico dimostra che la chiesa è una massa di ipocriti!”
“Pensi quello che vuole, io credo
veramente e quello che sogno è…che ci posso fare, non riesco a fermarlo, è un
demonio!”
“Quello che lei crede di non
essere, è pura superbia, andrebbe frustata!”
La suora riesce a dominarsi e
risponde con voce cosciente: “E’ abile, mi provoca ed ogni volta tira fuori in
me qualcosa che vorrebbe sbranarla, lei dovrebbe fare il medico, negli ospedali
psichiatrici diventerebbe un idolo, potrebbe fare un sacco di soldi.”
“Con la pubblicità se ne possono
fare molti di più ma in questo caso i suoi medici e i suoi nobili starebbero a
zappare, il loro posto naturale. La ragione umana è inconciliabile con il
sistema, qualsiasi cambiamento sarebbe una catastrofe, lei ora dimenticherà
tutto, tornerà nel suo abito e sarà la suora di sempre. Sono sicuro che nella
sua fantasia porno ci devono essere altri sogni e li approfondiremo in seguito.
Si svegli!”
La suora scuote gli occhi, si
guarda intorno sorpresa e dice: “Dove sono? Che cosa è successo? Che ci fa lei
qui, se ne vada…”
Rientro nello studio sornione
come un gatto che si è appena mangiato un bel topo grasso, l’analisi è stata
interessante, alla suora non ho detto tutto, nel sogno ho visto la probabilità
di una mafia di intellettuali nominalisti, aristocratici alla Tacito che
disprezzano le donne e si tramandano dal diluvio, cabalisti, enigmisti, parole,
numeri…altre parole, l’identikit della
loro forma mette in luce un’intelligenza straordinaria, finalmente qualcuno con cui valga la pena di
confrontarsi…inoltre Arminio aveva un figlio. Invece di applicare la logica di
“Delenda Cartago” con cui amministravano l’impero i romani lo mandarono a Ravenna ad istruirsi
ai loro usi dove probabilmente per il tradimento del padre divenne lo zimbello
degli altri principi tedeschi che vi risiedevano. La notizia è riportata da
Tacito in poche parole, pare senza importanza ma potrebbe averne molta, ormai è
chiaro che le legioni di Varo sterminate nelle paludi di Teutoburgo sono gli
attuali tedeschi o meglio, quello che credono di non essere. Per un giovane
barbaro la cui unica ricchezza risiedeva nella sua lealtà doveva essere un
inferno, altre probabilità per il momento non ce ne sono, chissà, forse entrò
in contatto con un gruppo di magi che lo iniziarono alle loro arti segrete…
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